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lunedì 26 agosto 2013

Horror story - The Blair Witch Project

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di un altro film horror: The Blair Witch Project.
Questo film è uscito in America nel 1999 e ha avuto un impatto incredibile sul modo di fare film tanto che ancora oggi si cerca di imitarlo quando si realizza un nuovo horror.
I punti di forza di questo film sono due: la sua incredibile semplicità e il suo essere un mockumentary.
Cosa? Cos'è un mockumentary? Beh, è semplicemente un falso documentario interamente girato dagli attori
e fatto passare per un reale documentario. Il film infatti è stato preceduto da una campagna virale in cui si annunciava il ritrovamento di un filmato fatto da tre ragazzi scomparsi anni prima nei boschi vicini al paese di Burkittsville. Questa fu probabilmente la prima, a anche la più riuscita, campagna virale su internet, venne usato il sito www.blairwitch.com per diffondere materiale riguardante il film e fare una dettagliata cronaca della sparizione dei tre ragazzi. La notizia si diffuse con una velocità incredibile e il tutto convinse molti utenti della rete della veridicità della storia contribuendo così a un successo decisamente notevole nei botteghini (200 milioni di incassi a fronte di meno di un milione di spesa).
Arriviamo ora al secondo punto forte del film, la sua semplicità. A differenza di molti dei film di oggi in questo non troviamo effetti speciali, non vediamo migliaia di dollari spesi per sangue finto e non ci compaiono davanti neanche dei mostri giganti o feroci assassini. The Blair Witch Project basa la sua trama su questi sfortunati ragazzi persi nel bosco che si sentono inseguiti da qualcosa, ma non sanno cosa. Tu come loro sai che sono braccati, ma non vedi nulla, sai che dietro la tenda c'è qualcosa, ma ne vedi solo l'ombra, sai che oltre il cono di luce proiettato dalla telecamera si nasconde il male, ma senti solo il suo respiro sul tuo collo.
« Ho paura di chiudere gli occhi... e ho paura di aprirli. »
Ambientazioni come una tenda chiusa o un appezzamento di bosco illuminato da una debole luce  riescono a far provare una straziante sensazione di claustrofobia. Così tu ti ritrovi sulla tua poltrona, magari accoccolato sotto una coperta, son sobbalzi mai dalla paura, ma sei stranamente inquietato per tutta la durata del film. La notte poi ti ritrovi magari a tendere l'orecchio per ascoltare se, perso nella notte, riesci a sentire il rumore di qualcosa che inesorabilmente si avvicina. Allora sai che il film ha avuto successo, perchè il suo scopo non è spaventarti, ma inquietarti. A dare un contributo non indifferente è anche la recitazione, nonostante i tre attori fossero alle prime armi sono riusciti a sfoderare una prestazione convincente e realistica che consente di coinvolgere maggiormente lo spettatore, soprattutto colui che ha creduto alla campagna virale.
In conclusione c'è da rimarcare ancora una volta l'importanza che ha avuto questo film, nonostante non fosse il primo mockumentary (basti pensare al leggermente censurato Cannibal Holocaust, ma le vere origini risalgono agli anni '60), The Brair Witch Project ha portato alla ribalta il genere che ha visto nello scorso decennio un sacco di film fra cui assoluti capolavori (probabilmente solo per me) come i primi due Rec o film di ultrasuccesso (completamente immeritato) come i vari Paranormal Activity 1,2 e via dicendo coi numeri naturali.
In conclusione, questa era la mia opinione su The Blair Witch Project, vi consiglio vivamente di guardarlo e di farmi sapere cosa ne pensate con un commento, noi ci risentiamo in un prossimo post.






mercoledì 21 agosto 2013

Horror story - The exorcism of Emily Rose

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vorrei iniziare a parlarvi di film cominciando da uno dei miei generi preferito ovvero l'horror.
Il film di cui vi voglio parlare oggi è, come spoilera già il titolo, The exorcism of Emily Rose, pellicola di Scott Derrickson uscita nel 2005.
Questo film si basa la sua trama di base sulla storia veramente accaduta di Anneliese Micheal, una ragazza tedesca a cui negli anni '70 venne diagnosticata una sindrome depressiva seguita da epilessia. Dopo anni di fallimentari cure i genitori cominciarono a cercare delle risposte nella religione arrivando a convincersi che essa fosse posseduta dal demonio, convinzione che Annaliese stessa condivideva, ella infatti arrivò a dichiarare di aver parlato sia con Gesù che con la Madonna e di aver avuto da Essi la motivazione delle proprie sofferenze. La ragazza fu così sottoposta ad esorcismi per diversi mesi finchè non morì dando così inizio ad un processo in cui il prete esorcista e i genitori vennero condannati per omicidio colposo.
Il film narra appunto la storia di questo processo, alternando ai momenti in tribunale dei flashback in cui il prete ricorda l'orrore che ha vissuto assieme a Emily. Questo cocktail è l'arma vincente del film, infatti permette di sentire sia la parte della difesa, profondamente credente e convinta della reale possessione di Emily, sia la parte dell'accusa, rappresentante della fredda scienza che accetta come vero solo ciò che può provare. Chiunque guarda il film, se non è troppo impegnato a  pregare per salvarsi nella lotta contro il demonio, è chiamato a riflettere su cosa credere, ma soprattutto a riflettere se ciò in cui crede è reale oppure no.
Il regista ha infatti utilizzato per spaventare solo cose che avvengono normalmente nella maggioranza dei casi di ritenuta possessione come lo svegliarsi sempre ad un orario preciso nel cuore della notte, il parlare alcune lingue antiche come greco o aramaico che non si sapeva di conoscere, il sentire l'odore di zolfo, il sentirsi immobilizzati nel proprio letto o il far assumere al corpo strane posizioni che sembrano quasi impossibili. Solo che questi elementi hanno tutti una possibile spiegazione scientifica e ciò fa in modo che anche il più incallito degli atei finisca per domandarsi se anche lui possa sperimentare le stesse sofferenze.
Questo film è stato certamente uno dei più terrorizzanti che abbia mai visto, alcune scene sono ben scolpite nella mia memoria, e sicuramente ve lo consiglio se vi piace il genere.
Se inoltre volete approfondire la conoscenza della storia reale in rete si trova molto materiale su Annaliese Michel che ho preferito non condividere perchè non adatto ad un blog raggiungibile da chiunque e che potrebbe davvero condizionare qualcuno.
Ora è il momento di salutarvi, arrivederci ad un prossimo post e gustatevi il film.